No. 152/NUEVA NOVELA ITALIANA

 
Grand river. Un viaje (fragmento)


Wu Ming
Grand River. Un viaggio, Rizzoli, 2008, pp. 100-105



Un tramonto crema si sdraia su acque basse e accende la macchina del tempo. Una panca di legno sotto un albero dalla chioma larga, posto a sigillo di una punta che sporge su una distesa limacciosa, dove gabbiani e anatre indugiano fino all’apatia. Se annusi bene l’aria, ogni effluvio trasuda di lei, ogni grumo di terra è impregnato del suo passaggio, su questa sponda dove il Rideau Canal comincia il suo viaggio.

Alla fina dell’inverno del 1779 Molly Brant, alla testa di poche centinaia di profughi sfollati da Fort Niagara, sbarcava a qualche miglio da qui, su Carleton Island. Si trattava per la maggior parte di donne e anziani mohawk, più altri nuclei appartenenti alle Sei nazioni. Fuggivano dalla carestia, dalla guerra e dall’estinzione.

In capo a pochi mesi, Carleton Island divenne avamposto fortificato lealista. Da qui l’instancabile condottiera del Popolo della selce pianificò viaggi utili a perorare le ragioni e i diritti della sua gente.

Molly Brant, matrona del Clan del Lupo, dai due nomi indiani. Degonwadonti, Tanti Contro Uno. Gonwatsijayenni, Le Offrono un Fiore. Donna a cavallo di epoche, culture, guerre, scontri e fusioni di civiltà. La necessità e la durezza dell’esilio non ne offuscarono il carisma né la capacità di imprimere una direzione agli eventi, anche nelle circostanze più difficili e sfavorevoli. Nel 1783, al termine di ripetute peregrinazioni e contatti diplomatici, come riconoscimento alla lealtà del suo popolo, ottenne dal governatore del Canada la concessione di migliaia di acri intorno a Cataraqui, proprio all’imbocco del Rideau Canal.

Il punto esatto dove mi trovo è Punta Molly Brant sul Rideau. Siedo su una panca di legno sotto un albero, incredulo davanti a questo tramonto, alla fine di una giornata densa di ricerche, sorprese, informazioni, scoperte.

Di prima mattina, camminando su King Street, mi sono imbattuto nella cattedrale anglicana di St. George. All’ingresso un’iscrizione riporta la dedica al reverendo John Stuart, primo evangelizzatore anglicano a mettere piede da queste parti. Fondatore, nel 1792, della prima chiesa anglicana locale, più avanti divenuta cattedrale di St. George.

John Stuart, di Fort Hunter, precettore e maestro di Joseph Brant, l’uomo per il quale Thayendanega tradusse il vangelo di Marco in lingua mohawk. Amico personale e confidente di Molly, il suo arrivo in quell’anno non poteva che essere al seguito della migrazione nativa, di fatto l’avanguardia che anticipava l’ondata dei lealisti bianchi. Stuart giunse a Cataraqui la prima volta nel 1781, e vi si stabilì dal 1785. Molly era a due miglia da qui già da anni, e il Trattato del 1783 prevede in maniera chiara, oltre all’allocazione e alla definizione dei terreni, la costruzione di una dimora “come si conviene” per Molly, e di un’altra per suo fratello Joseph.

Alcuni isolati più avanti incrocio Johnson Street, dove ha sede la biblioteca pubblica, luogo che si rivela subito prezioso. Con facilità d’accesso puoi avere un’ora di rete gratis ogni giorno, una postazione per lavorare quanto ti pare, e piena libertà di ricerca e reperibilità dei documenti. Una mezza mattinata di testi, vecchi giornali locali e mappe, e ottengo un percorso dettagliato sulle tracce di uno spirito guida. Caffè lungo, personale gentile e fuori ancora il sole a invitarmi.



St. Paul’s Churchyard, all’incrocio tra Queen Street e Montreal Street.

Vi è sepolta Molly, morta qui a Cataraqui, nel 1796.

La sua tomba non è visibile: ciò che resta è stato ricoperto dalla chiesa di St. Paul, cinquant’anni dopo. Ho vagato tra le lapidi e le iscrizioni nel piccolo cimitero, ho cercato la sua progenie, ho rintracciato vaghe genealogie. All’interno, nella navata singola, tutta legno e pietra, un’iscrizione ricorda il contributo di Molly alla fondazione della prima chiesa, e il suo ruolo imprescindibile di promozione e difesa dell’intera comunità, non solo nativa.

Molly Brant, lealista e cristiana. Negli oltre quindici anni di permanenza in questo esilio da leggenda, non interruppe mai le relazioni diplomatiche. Per due volte ricevette il governatore delle province canadesi John Simcoe e sua moglie. In entrambe le circostanze le cure, anche mediche, che fornì alla coppia altolocata rimasero impresse nelle loro memorie di viaggio. Dama impeccabile, indiana fino al midollo, Molly Brant. Era già malata al tempo del secondo viaggio del governatore, nel 1794, eppure lo guarì con le sue erbe. Prima di morire, nel 1796, aveva mandato cinque figlie in spose ad altrettanti giovani militari di belle speranze. Cataraqui cominciava a diventare Kingston.



Rideau Crest Home for the Aged, in Rideau Street.

È l’indirizzo di una casa di riposo. Dalla Chiesa di St. Paul si viene giù da Queen Street verso la Marina e si costeggia l’argine a sinistra, giusto prima di raggiungere il ponte mobile che collega a Fort Henry o la banchina del ferry che porta a Wolfe Island. È l’argine su cui appoggiano le acque stagnanti del Rideau Canal. La terra che il generale Haldimand destinò alla costruzione della dimora adeguata per Molly, e di un’altra per suo fratello. Joseph giunse qui alla fine del 1783, la casa della sorella non era ancora finita, ed egli se ne lamentò in diverse lettere. Molto presto Thayendanega puntò alla concessione di nuovi territori, e rivolse le sue attenzioni alle terre fertili lungo il Grand River, duecento miglia a sudovest di Cataraqui.

Molly svolse il ruolo di custode e guida della comunità appena insediata, e al tempo stesso ebbe un ruolo in eventi che più volte incrociarono la grande storia. Nel 1785, mentre Joseph per la seconda volta si trovava a Londra, fece l’ultimo ritorno nella Mohawk Valley. A Schenectady le offrirono una discreta somma a indennizzo delle terre confiscate e l’invito a ritornare. Molly oppose un netto rifiuto a quella che considerava un’elemosina da parte di coloro che avevano rubato le terre della sua gente.

La casa di riposo è dedicata a Molly, una targa di fianco all’ingresso ne riepiloga i meriti e la figura. Il testo è scritto in inglese, francese e mohawk. Nel giardino retrostante l’edificio una scultura ne ritrae il volto, austera madonna indiana, e vicino la bandiera del clan a sventolare ancora. Indugio sul prato per diversi minuti, mi aggiro, scatto foto con il telefono, rimango a scrutare quel volto. Poche decine di metri avanti a me, sotto la spinta della brezza fresca, il Canale.

Dunque, questa è la tua casa, Molly.

Sono stati gli archeologi a recuperare le informazioni e quel poco che resta, perché da allora molto è cambiato. Negli anni Trenta dell’Ottocento fu scavato il Rideau Canal. Impresa ciclopica: bonificare e rendere navigabili miglia e miglia di territori acquitrinosi e paludi, per aprire una via d’acqua diretta fino a Ottawa. Un’epopea che ingoiò migliaia di vite. Il progetto era raggiungere Montreal aggirando il corso del San Lorenzo, reso troppo pericoloso dalle rapide e dai vicini “americani”. Risalire il Rideau fino alla sua bocca e congiungerlo al fiume Ottawa, già navigabile fino a Montreal. Dal 1827 schiere di operai e militari lavorarono al progetto, sotto gli ordini del Colonnello By, e nel 1832 il Canale fu aperto in via ufficiale.

Calpesto terre di morti, di fantasmi, non mi sento a disagio, non profano luoghi sacri, non odo grida strazianti. L’aria, priva della dimensione del tempo, si fa lieve.

Punta Molly Brant sul Rideau, seduto sotto un albero, guardo le anatre indolenti, respiro con i polmoni del mondo, osservo quello che chiamiamo natura, e invece è tutt’altro.

È storia passata e presente.

Una puesta de sol beige en aguas bajas enciende la máquina del tiempo. Una banca de madera bajo la copa de un árbol frondoso, como el sello de una prominencia que se asoma sobre una superficie fangosa, en donde gaviotas y patos se demoran hasta la apatía. Si hueles el aire, cada efluvio trasuda a ella, cada grumo de tierra está impregnado por su paso, en esta orilla en la que el Rideau Canal comienza su viaje.

A finales del invierno de 1779, Molly Brant, a la cabeza de algunos cientos de prófugos desalojados de Fort Niagara, desembarcaba a unas millas de aquí, en Carleton Island. Eran, en su mayoría, mujeres y ancianos mohawk y de otros núcleos pertenecientes a las Seis Naciones. Huían de la carestía, de la guerra y de la extinción.

Al cabo de pocos meses, Carleton Island se volvió la avanzada lealista fortificada. Desde ese momento la incansable líder del Pueblo de la Sílice planeó viajes con el fin de abogar por las razones y los derechos de su gente.

Molly Brant, matrona del Clan del Lobo, la de los dos nombres indios: Degonwadonti, “Muchos Contra Uno”; Gonwatsijayenni, “Le Ofrecen una Flor”. Mujer entre dos épocas, culturas, guerras, conflictos y fusión de civilizaciones. La necesidad y la dureza del exilio no ofuscaron ni su carisma ni su capacidad de darle una dirección a los eventos, ni siquiera en las circunstancias más difíciles y desfavorables. En 1783, en reconocimiento a la lealtad de su pueblo y después de reiteradas peregrinaciones y contactos diplomáticos, obtuvo del gobernador de Canadá la concesión de miles de acres alrededor de Cataraqui, justo en la embocadura del Rideau Canal.

El punto exacto en el que me encuentro es Punta Molly Brant, en el Rideau. Me siento en una banca de madera bajo un árbol, incrédulo frente a este atardecer, al final de un día denso lleno de investigación, sorpresas, información, descubrimientos.

Temprano en la mañana, caminando por King Street, me topé con la catedral de St. George. En la entrada, una inscripción reproduce la dedicatoria al reverendo John Stuart, primer evangelizador anglicano que puso pie en estas tierras. Fue fundador, en 1792, de la primera iglesia anglicana local, que más adelante se convertiría en esta catedral.

John Stuart, de Fort Hunter, fue preceptor y maestro de Joseph Brant, el hombre para el cual Thayendanega tradujo el evangelio de Marcos a la lengua mohawk. Amigo personal y confidente de Molly, su llegada no puede haber sido sino inmediatamente después de la migración nativa; de hecho, con la vanguardia que anticipaba la oleada de los lealistas blancos. Stuart llegó por primera vez a Cataraqui en 1781, y se estableció en ella a partir de 1785. Molly vivía a dos millas de aquí desde hacía muchos años, y el Tratado de 1783 prevé muy claramente, además de la asignación y de la definición de los territorios, la construcción de una morada adecuada y conveniente para Molly y otra para su hermano Joseph.

Algunas manzanas más adelante crucé Johnson Street, donde está la biblioteca pública, lugar que se me revela valioso. Fácilmente puedes disponer de una hora de internet gratis todos los días, una computadora para trabajar cuando se te antoje y completa libertad para investigar y buscar documentos. Tras media mañana de textos, viejos periódicos locales y mapas, obtuve un recorrido detallado del rastro de un espíritu guía. Café americano, personal amable y afuera aún sigue el sol.



St. Paul’s Churchyard, en el cruce de Queen Street y Montreal Street.

Aquí está sepultada Molly, fallecida en Cataraqui, en 1796.

Su tumba no es visible: lo que queda fue cubierto por la iglesia de St. Paul, cincuenta años después de su muerte. Vagabundeé entre las lápidas y las inscripciones en el pequeño cementerio, busqué a su progenie, localicé genealogías vagas. En el interior, en la nave individual, toda de madera y piedra, una inscripción recuerda la contribución de Molly a la fundación de la primera iglesia y su papel imprescindible de promoción y defensa de toda la comunidad, no sólo de los nativos.

Molly Brant, lealista y cristiana. En los más de quince años de permanencia en este exilio de leyenda, nunca interrumpió las relaciones diplomáticas. En dos ocasiones recibió al gobernador de las provincias canadienses John Simcoe y a su esposa. Las atenciones —también médicas— que brindó a la influyente pareja en ambas visitas, quedaron registradas en sus memorias de viaje. Dama impecable, india hasta la médula, Molly Brant. Al momento del segundo viaje del gobernador, en 1794, ya estaba enferma y, sin embargo, lo curó con sus hierbas. Antes de morir arregló el matrimonio de cinco hijas con otros tantos jóvenes militares de provecho. Cataraqui comenzaba a convertirse en Kingston.



Rideau Crest Home for the Aged, en Rideau Street.

Es una casa de reposo. Por Queen Street se baja desde la iglesia de St. Paul hacia la Marina y se costea el malecón hacia la izquierda, justo antes de llegar al puente móvil que une a Fort Henry o al andén del ferry que lleva a Wolfe Island. Es el malecón sobre el que se apoyan las aguas estancadas del Rideau Canal. La tierra que el general Haldimand destinó a la construcción de la morada adecuada para Molly y su hermano. Joseph llegó aquí a finales de 1783, la casa de la hermana todavía no estaba terminada y él se quejó en varias cartas. Muy pronto Thayendanega apostó a la concesión de nuevos territorios y dirigió su atención a las tierras fértiles a lo largo del Grand River, a doscientas millas al suroeste de Cataraqui.

Molly desempeñó el papel de guardiana y guía de la comunidad apenas establecida y, al mismo tiempo, participó en eventos que en más de una ocasión se cruzaron con la gran Historia. En 1785, mientras Joseph se encontraba en Londres por segunda vez, ella hizo el último viaje al Mohawk Valley. En Schenectady le ofrecieron una discreta suma como indemnización por las tierras confiscadas y la invitaron a regresar. Molly rechazó lo que consideraba una limosna por parte de aquellos que habían robado las tierras de su gente.

El asilo está dedicado a Molly, una placa junto a la entrada recapitula sus méritos y su figura. El texto está escrito en inglés, francés y mohawk. En el jardín trasero del edificio, una escultura retrata su rostro, austera virgen india, y cerca de ella aún ondea la bandera del clan. Permanezco en el prado por varios minutos, me doy unas vueltas, tomo fotos con el teléfono, me quedo a escudriñar aquella cara. Pocas decenas de metros adelante de mí, bajo el estímulo fresco de la brisa, el canal.

Entonces, ésta es tu casa, Molly.

Fueron los arqueólogos quienes recuperaron la información y lo poco que queda, porque todo ha cambiado desde entonces. En los años treinta del siglo XIX se cavó el Rideau Canal. Trabajo ciclópeo: sanear y volver navegables millas y millas de territorio acuoso y pantanoso, para abrir una vía directa a Ottawa. Una epopeya que se tragó miles de vidas. El proyecto era alcanzar Montreal rodeando el curso del San Lorenzo, empresa que se volvió demasiado peligrosa por los rápidos y por los vecinos “americanos”. Remontar el Rideau hasta su boca y unirlo con el río Ottawa, ya navegable, hasta Montreal. Desde 1827, filas de obreros y militares trabajaron en el proyecto bajo las órdenes del coronel By, y en 1832 el canal fue abierto oficialmente.

Pisoteo tierra de muertos, de fantasmas, no me siento incómodo, no profano lugares sagrados, no escucho gritos desgarradores. El aire, sin la dimensión del tiempo, se hace ligero.

Punta Molly Brant sobre el Rideau, sentado bajo un árbol, observo a los patos indolentes, respiro con los pulmones del mundo, observo aquello que llamamos naturaleza y, en cambio, es todo lo contrario.

Es historia pasada y presente.






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Ilustración:
Pedro Fridenberg, Manos, serigrafía, 73 X 73 cm
Pedro Fridenberg, Caballos, serigrafía, 73 X 73 cm


Wu Ming. Es una firma tomada del mandarín y significa “ningún nombre”. Detrás de ella se encuentran cinco escritores, sin nombre, sólo números, quienes se definen como “un colectivo de agitadores de la escritura”, una “empresa independiente de servicios narrativos”, para la cual lo principal es la narración. No importa quién escribe, lo importante es la novela, estar presentes y no aparecer. Su primera publicación es Q (Einaudi, 1999). Grand river. Un viaggio (Rizzoli, 2008) es resultado de los apuntes de Wu Ming 3 y Wu Ming 5.